Friday, August 17, 2007

I mormoni e la ricerca con le staminali embrionali



Per la maggioranza delle persone di fede, l'uso di cellule staminali embrionali e' questione filosofica: in quale momento una cellula diventa un essere umano?
La risposta piu' comune e': al momento della concezione, quando l'ovocita incontra lo sperma.
Ma per i mormoni la risposta e' differente, cosi' come e' diversa la loro concezione del corpo e dell'anima, lasciando aperta la porta alla ricerca con le staminali embrionali, senza timori di violazioni etiche. Lo ha spiegato Rick Jepson durante un forum indipendente di mormoni riunitosi la scorsa settimana a Salt Lake City.
Jepson, che lavora con i pazienti con problemi ai reni, ha iniziato il suo intervento parlando della biologia del corpo umano e del suo sviluppo. Dopo la fertilizzazione dell'ovocita, la cellula inizia a duplicarsi ripetutamente. Durante i primi sei-sette giorni, queste cellule non si differenziano e possono cosi' formare qualsiasi organo o tessuto.
Ma questo ammasso di cellule e' o no un essere umano? Secondo Jepson, la risposta e' no.
Solo dopo due settimane, queste cellule cominciano a differenziarsi e cominciano a dare forma ad un individuo. "Questo e' il primo momento in cui si puo' dire che si tratta di una vita umana", ha detto Jepson, facendosi forte anche della posizione ufficiale della Chiesa dei mormoni.
Per i mormoni, le anime di ogni singolo individuo esistono prima che la vita nasca e dopo la sua morte. Sono esseri non creati ed eterni. Brigham Young sostiene addirittura che la vita abbia inizio quando una madre sente il feto muoversi in pancia. Quei feti che muoiono prima di nascere non producono la morte dell'anima, che puo' rientrare nella pancia di una donna per un secondo tentativo. Uno dei leader dei mormoni, J. Reuben Clark, sostiene che lo spirito non entra nel corpo se non al momento della nascita, anche se tiene d'occhio lo sviluppo del feto.
Da parte sua, la Church of Jesus Christ of Latter-day Saints non ha preso posizione sull'inizio della vita e sulle cellule staminali. Secondo un sondaggio del 2001, il 62 per cento dei cittadini dello Utah (tra cui il 56 per cento dei mormoni ed il 47 per cento dei conservatori) e' favorevole alla ricerca.
Il senatore repubblicano Orrin Hatch, anch'egli mormone, e' favorevole alla ricerca con le staminali embrionali, cosi' come l'altro senatore dello Utah, Bob Bennett, ed il deputato democratico Jim Matheson.
"Questo coro di mormoni pro-ricerca" potrebbe spingere altri conservatori cristiani a sostenere la ricerca con le staminali embrionali, ha detto Michael Goldsmith, docente di legge alla Brigham Young University.
Per due mesi, Goldsmith ha tentato di porre fine a luoghi comuni riguardanti i mormoni, come quello secondo cui la sua chiesa sarebbe contraria alla ricerca, o che sosterrebbe la maggiore potenzialita' delle staminali adulte sopra quelle embrionali.
Queste sono false credenze, dice Goldsmith, che non fanno bene alla Chiesa dei mormoni, alla sua dottrina e alla sua etica. "Creiamo un esercito di missionari mormoni per promuovere la ricerca con le staminali embrionali. Questo e' un cambiamento per cambiare il mondo".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Cremona. Centro raccolta staminali di cani e gatti per futuri cloni


Nutrono e coccolano il cucciolo di casa come fosse un figlio. E quando muore non si rassegnano alla perdita, fino al punto di pagare una retta mensile per conservare le cellule del proprio beniamino in un centro ad hoc.
Nella trepidante attesa di trovare una struttura disposta a produrre cani e gatti fotocopia. La 'banca della speranza' italiana ha sede a Cremona, presso il Laboratorio di tecnologie della riproduzione (Ltr) diretto da Cesare Galli, 'papa' del toro Galileo e della cavalla Prometea.

"La nostra struttura non lavora direttamente sugli animali da compagnia -spiega l'esperto all'ADNKRONOS SALUTE. Ma esperimenti statunitensi e coreani hanno dimostrato che clonare cani e gatti e' tecnicamente possibile. Percio', circa tre anni fa, abbiamo istituito una banca delle cellule per stoccare, congelato in azoto liquido, il materiale genetico fornito dai padroni che hanno amato moltissimo il loro pet defunto" e che sognano di farlo rivivere. "Al momento conserviamo le cellule di una decina di cani, una ventina di gatti e persino di qualche cavallo", aggiunge Galli.
Ai proprietari disperati Galli non vuole dare illusioni, ma neppure togliere la speranza.
"Ai clienti, che pagano una quota per il deposito e successive rate mensili di una decina di euro diciamo appunto che clonare cani e gatti e' possibile, pur con limiti tecnici e a prezzi molto elevati. Al momento non esiste praticamente alcun centro che lo faccia di routine, ma se un giorno ci fossero strutture specifiche potremmo inviare le cellule dalla nostra banca al centro estero".
Gli utenti della biobanca cremonese vengono informati su ogni dettaglio, garantisce l'esperto. Anche se, "in genere, si tratta di persone perfettamente aggiornate su ogni novita' in materia. Fanno ricerche su Internet e leggono moltissimo", e sono quindi loro a farsi sentire per discutere della notizia di turno. Per qualcuno, poi, l'esigenza di salvare almeno alcune cellule di 'fido' e 'micio' e' piu' che altro un palliativo psicologico: "Superato il trauma della perdita e metabolizzato il lutto a volte si tranquilizzano e non ci pensano più".
Fonte:http://staminali.aduc.it

Smart Bank: perche' conservare le staminali del cordone



Intervento della dott.ssa Irene Martini, responsabile scientifica Smart Bank (*)
Il dibattito sulla conservazione autologa o la donazione del cordone ombelicale pone i genitori di fronte ad una scelta difficile soprattutto per la scarsa informazione che circola a riguardo benche' ogni giorno sulla stampa appaiono articoli, gestiti da opinionisti, che dicono tutto e il contrario di tutto, promuovendo un discorso emozionale e ben poco scientifico.
Il personale sanitario ha il dovere di essere informato correttamente sulle potenzialita' delle cellule staminali cordonali perche' i genitori chiedono sempre un parere sull’argomento al proprio ginecologo e alle ostetriche.
Di fatto molti ricercatori investono la loro carriera sulla medicina rigenerativa e i fondi stanziati dalla Commissione Europea per il VII programma quadro sono aumentati vertiginosamente. Le nuove frontiere della ricerca parlano di trials nella distrofia muscolare previsti per il 2008, di ricostruzione di tendini e legamenti, di ricostruzione della mucosa vaginale a partire da staminali autologhe, di produzione di insulina a partire da cellule staminali cordonali, di uso di staminali per la cura della cecita'. Queste le novita' del mese di giugno 2007. E’ una vera corsa contro il tempo.
La conservazione autologa ha come enorme vantaggio quello di generare un potenziale per uso autologo, per donazione intrafamiliare e per donazione eterologa seguendo dei protocolli di crioconservazione che operano ai massimi livelli di efficienza. I genitori hanno in tal modo la possibilita' di scegliere se e quando donare, sulla base di una reale compatibilita' del materiale biologico con il soggetto ricevente e sulla base di informazioni specifiche del loro campione come la vitalita' cellulare al momento della crioconservazione, la quantita' di cellule CD34+, la quantita' di cellule mononucleate, il volume del prelievo oltre al controllo microbiologico del campione cosi' come delle patologie trasmissibili da parte materna secondo la normativa europea sui trapianti in vigore da aprile 2006. Di fondamentale importanza e' quindi l’opportunita', nel caso in cui si voglia donare, di effettuare la tipizzazione HLA, allo scopo di rendere reperibile il campione conservato privatamente sui registri internazionali secondo i criteri formulati dalla III edizione del FACT-NETCORD pubblicata nel gennaio 2007.
Statistiche relative all’uso autologo di cellule staminali di origine midollare parlano di 1:20.000 di possibile utilizzo sulla base dell’incidenza delle patologie per le quali oggi si fa uso clinico delle cellule staminali nei trapianti. Statistiche di istocompatibilita' delle cellule di origine midollare per l’uso eterologo mostrano che esiste 1:40.000 di trovare un soggetto compatibile a livello della popolazione mondiale secondo i criteri di alta risoluzione di sovrapposizione HLA (loci A, B, Cw, DR e DQ). E’ quindi vero che tanti bambini sono in cerca di un donatore e che non sempre vi sono i requisiti di elegibilita' per essere considerati potenziali donatori.
Questi dati sono relativi alle cellule staminali di origine midollare perche' non esistono ancora statistiche rilevabili sulle cellule staminali di origine cordonale ovvero non si sono ancora verificati un numero di eventi tale da avere rilevanza statistica.
Le caratteristiche delle cellule di origine cordonale pongono, oggi, l’accento sulle loro qualita' più che sui loro limiti: maggiore versatilita', maggiore plasticita', non invasivita' del prelievo, reperibilita' immediata, maggior successo nell’engrafment, minore probabilita' di rigetto. Unico limite? Il numero. La media dei prelievi italiani stimata da Smart Cells International e' di 2.700.000 cellule CD34+ con un numero di leucociti pari a 730.000.000 e un corrispondente volume di prelievo pari a 98cc. Medie superiori ai quantitativi registrati dal servizio nazionale del sangue del Regno Unito pubblicate il 7 giugno scorso sulla rivista Stem Cells dove si registra negli ultimi dieci anni una media di 2.300.000 cellule CD34+.
E’ quindi importante conservare il sangue cordonale? Si', in assoluto, su questo tema le voci sono concordi nel considerare un errore quello di buttarlo via come rifiuto biologico perche' e' una fonte di vita. I protocolli sui trapianti di ultima generazione ricorrono a trapianti misti di sangue autologo ed eterologo o di sangue eterologo proveniente da due diverse fonti compatibili, quando reperibili, perche' cio' tende a massimizzare la quantita' di cellule staminali trapiantate e ad attenuare i problemi legati al rigetto e ad una forma di patologia nota come il VHGD (versus host graft disease).
Secondo i dati dei centri trapianti internazionali, le patologie che trovano maggior supporto dalle cellule staminali cordonali sono la leucemia linfoblastica acuta (ALL), la leucemia mieloide acuta e cronica (AML), le immunodeficienze e le talassemie.
Smartcells International, solo nel 2006, ha corrisposto a tre richieste di espatrio di cellule staminali cordonali per uso eterologo intrafamiliare per la cura della talassemia.
Uno dei vantaggi di maggior rilievo della conservazione autologa e' la disponibilita' di cellule staminali per uso intrafamiliare vista la elevata omologia di istocompatibilita' all’interno del nucleo familiare pari 1:4 dei casi.
Singapore, dicembre 2005: un bambino di Dubai affetto da talassemia ha ricevuto un trapianto di cellule staminali cordonali derivate dalla sorellina e conservate nell’aprile 2005. Il trapianto e' avvenuto con successo e il bambino non necessita piu' di trasfusioni. Prima del trapianto questo bambino riceveva trasfusioni mensili soffriva di complicazioni indotte dalla patologia e dai trattamenti terapeutici e aveva una aspettativa di vita non superiore ai 35 anni.
USA, North Carolina, agosto 2006: alla Duke’s University Paediatric Blood and Marrow Transplant Center, la dott. Joanne Kurtzberg ha effettuato un trapianto tra fratellini di cellule staminali cordonali conservate presso il nostro laboratorio di Plymouth.
Il trapianto e' avvenuto con successo. Per maggiori informazioni contattare il sito www.cancer.duke.edu/pbmt
Germania, Munchen, ottobre 2006: al Kinderklinic und Poliklinic der Technischen Universitat, e' avvenuto il terzo trapianto del 2006 per talassemia con donazione eterologa tra fratellini. Oggi, il bambino e' indipendente dalle trasfusioni. Per maggiori informazioni contattate i siti www.kind.med.tu-muenchen.de o www.kms.mhn.de

(*) Smartbank Srl e' il partner italiano del gruppo inglese Smart Cells International che opera sul territorio italiano dal 2005.

Fonte:http://staminali.aduc.it

Tuesday, July 31, 2007

Labbro leporino



I volontari dell'istituto "Chance To Smile" e questi due giovani iraniani dell'università di Texas con l'aiuto dei raccolti pubblici hanno deciso di operare gratuitamente le persone affetto a Labiopalatoschisi girando per i paesi poveri.
I loro nomi sono: Massoud Saman(medico-25 anni) e Paria Etebari(dentista-24 anni) dell'università di Texas.

Il labbro leporino o labiopalatoschisi è una malformazione congenita dovuta a un'anomalia di sviluppo.
La labiopalatoschisi o labbro leporino e’ una malformazione che interessa il labbro superiore ed il palato provocandone una fessura piu’ o meno estesa.L'interessamento delle due strutture (in altre parole labbro e palato) e’ molto variabile in quanto puo’ essere rappresentata da una sola incisura del labbro superiore e/o del palato molle oppure nei casi piu’ gravi puo’ interessare le strutture nella totalita’ determinando quindi una schisi del labbro, della gengiva e del palato, generando quella condizione malformativa che e’ definita come "gola lupina". L'incidenza della labiopalatoschisi in Italia e’ di circa un caso su 800 nascite, il che sta a significare che nel nostro Paese esistono all'incirca 75mila persone affette da questa malformazione (come se in una citta’ di media dimensione, tutte le persone presentassero una schisi del labbro o del palato). E' evidente come una malformazione che interessa strutture così importanti dal punto di vista funzionale e estetico sia piuttosto difficile da rimediare e richieda soprattutto tempi discretamente lunghi che vanno dalla nascita fino al raggiungimento della maggiore eta’ e talvolta anche oltre.Va da se’ che prima vengono riparate le malformazioni, migliori sono i risultati in quanto lasciate a se stesse queste non fanno altro che peggiorare, rendendo sempre piu’ difficile la loro riparazione. A tale scopo noi siamo soliti intervenire entro il primo mese di vita per correggere la lesione del labbro seguendo una metodica abbastanza complicata (ideata dal famoso chirurgo plastico di Miami, Dr. Millard) ma ormai seguita in tutto il mondo, che permette la chiusura della schisi in un tempo solo nella monolaterale ed in due tempi nella bilaterale. Il secondo momento della tempistica operatoria consiste nella chiusura del palato che viene eseguita entro il terzo mese di vita, al fine di evitare che in futuro il paziente parli nel naso. Anche questo tipo di intervento, eccetto casi particolarmente gravi, viene eseguito in un tempo unico e permette non solo la chiusura del palato duro e molle contemporaneamente, ma anche l'allungamento dello stesso. Quest'ultimo e’ forse il presidio piu’ importante perche’ permette al bambino di parlare in modo corretto, eliminando quindi la rinolalia che e’ il postumo piu’ temuto nella palatoschisi in quanto segna il piccolo paziente come portatore di handicap e tende quindi ad emarginarlo sia nella vita di relazione sia affettiva.
La stessa stigma dal punto di vista estetico deriva da una cattiva riparazione del labbro, ma ancora di piu’ dell'ala nasale e del naso. La malformazione, infatti, nella sua evoluzione intacca anche le cartilagini nasali e il setto generando una serie d'anomalie a livello della punta e della piramide nasale che vanno riparate fin dalla nascita e successivamente nel corso dei primi anni di vita, per culminare poi in una rinoplastica estetica da eseguirsi intorno ai diciotto anni.

به گزارش خبرنگار علمي خبرگزاري دانشجويان ايران(ايسنا)، منشاء بروز اين عارضه عدم پيوند طرفين راست و چپ لب‌ها و سقف دهان نوزاد در ماه هاي آخر بارداري است. در برخي نوزادان اين قسمت ها به طور كامل به يكديگر متصل نمي‌شوند كه در چنين مواردي كودك با قطع پيوند در لب بالايي متولد مي‌شود كه «شكاف لب» خوانده مي‌شود. نقص مادرزادي در كام نيز به عنوان «شكاف كام» ناميده مي‌شود و از آنجا كه رشد لب و كام دو عملكرد جداگانه هستند؛ لذا برخي كودكان مي‌توانند يك شكاف لب، يك شكاف كام يا انواعي از هر دو را داشته باشند.

در كشورهاي پيشرفته كودكاني كه با عارضه شكاف لب يا شكاف كام متولد مي‌شوند؛ بلافاصله يا مدت كوتاهي پس از تولد، تحت جراحي ترميمي قرار مي‌گيرند اما خانواده‌هاي بسياري خصوصا در كشورهاي جهان سوم نمي‌توانند هزينه هاي چنين جراحي ترميمي را تامين كنند و متاسفانه اين كودكان از همان سال هاي نخست زندگي علاوه بر رنج و ناراحتي ناشي از تغيير شكل صورت و مشكلات و اختلالات عديده‌ در سيستم شنوايي، تنفسي، بلع غذا و كاهش ايمني دستگاه گوارشي در برابر ويروس‌ها با بسياري از مشكلات رواني-اجتماعي از قبيل اضطراب اجتماعي، تنهايي، افسردگي و بيگانگي از همسالانشان نيز مواجه مي‌شوند و به اين ترتيب زندگي اين گروه از بيماران و خانواده هاي آنها به شكلي بسيار نامطلوب تحت تاثير قرار مي‌گيرد.

آگاهي از اين درد و رنج ها و انديشه ستودني كمك به كاهش درد و رنج بيماران مبتلا به عارضه «لب شكري» و تسهيل درمان آنها انگيزه‌اي براي دو دانشجوي جوان ايراني دانشگاه «تگزاس» شده كه با جلب ياري جمعي از متخصصان و اساتيد پزشكي در آمريكا موسسه خيريه‌اي را براي انجام جراحي‌هاي ترميمي كودكان متبلا و نيازمند راه اندازي كرده و فرصت لبخند را به اين لب‌هاي بيمار ارزاني كنند.

اعضاي داوطلب موسسه غيرانتفاعي «Chance To Smile» (فرصت لبخند) كه به همت «پريا اعتباري» و «مسعود سامان» با حمايت دانشكده‌هاي پزشكي و دندانپزشكي دانشگاه تگزاس و كمك‌هاي مردمي و پشتيباني برخي موسسات ديگر راه‌اندازي شده با سفر به نقاط مختلف جهان، جراحي‌هاي ترميمي را به صورت رايگان به افراد نيازمند ارائه مي‌كنند.

پريا اعتباري كه 24 سال دارد و از شش سالگي از ايران مهاجرت كرده و در حال حاضر دانشجوي سال پنجم دندانپزشكي دانشگاه علوم بهداشتي تگزاس است در گفت‌وگو با خبرنگار «علمي» خبرگزاري دانشجويان ايران (ايسنا) با اشاره به رنج‌ها و مشكلات عديده كودكان مبتلا به عارضه مادرزادي شكاف لب و كام اظهار داشت: به منظور رفع اين معضل و با هدف آگاهي هر چه بيشتر پزشكان، پرستاران و خانواده‌ها از اين مشكلات در كمتر از يك سال گذشته اقدام به تاسيس موسسه غيرانتفاعي Chance To Smile كرديم كه در آن از تيم‌هاي مختلف پزشكي شامل دندانپزشك اطفال، جراح فك و دهان، جراح گوش و حلق و بيني، جراح پلاستيك و جراح اطفال استفاده مي‌شود.

وي با اشاره به حضور داوطلبانه متخصصان مختلف در اين موسسه براي انجام سفرهاي خارجي گفت: نخستين سفر در سپتامبر 2006 به مكزيك و دومين سفر در مارس 2007 به نيكاراگوئه انجام شد كه به دليل عدم برنامه‌ريزي تعداد كمي از بيماران را معاينه كرديم و همه گونه درمان اعم از چرك گوش تا جراحي لوزه انجام شد كه بسيار موفقتر از سفر اول بود اما هماهنگي تمامي متخصصان براي سفرهاي دو هفته‌يي با مشكلات زيادي همراه است.

اعتباري در ادامه با بيان اين كه اين گروه از بيماران معمولا خجالتي هستند و خصوصا در سنين پايين به خاطر مشكلات زيبايي و بلع غذا به شدت از حضور در اجتماع پرهيز مي‌كنند، اظهار داشت: يكي از برنامه‌هاي موسسه اين است كه از طريق سايت خود اطلاعات عمومي و تخصصي پزشكي را درباره نحوه برخورد و غذا دادن به اين افراد را نيز ارائه كند تا زندگي اين بيماران را چه از نظر پزشكي و چه از روانشناسي ارتقاء دهيم.

مسعود سامان، ديگر دانشجوي ايراني بنيانگذار اين انجمن كه 25 سال دارد و نيز پس از اخذ مدرك كارشناسي خود در رشته علوم مغز و اعصاب، تحصيلات سال ششم پزشكي را در دانشگاه تگزاس پشت سر مي‌گذرد در خصوص علت ابتلاء برخي از نوزادان به اين عارضه به ايسنا گفت: علت عمده ابتلاء به اين بيماري سطح پايين تحصيلات و مسايلي نظير استعمال دخانيات، كمبود اسيد فوليك و ويتامين‌هاي مورد نياز بدن در دوره بارداري مادر است كه مشكلات مالي اين خانواده‌ها نيز به تمايل كمتر براي انجام جراحي‌هاي ترميمي و زيبايي منجر مي‌شود.

وي با اشاره به شيوع بالاي اين بيماري در كشورهاي مختلف جهان اظهار كرد: بر اساس آمارها به طور متوسط يك ششصدم مواليد به اين عارضه دچار مي‌شوند كه در آسيا بيشترين و در آفريقا كمترين ميزان حضور دارند و همچنين اين رقم در ميان سرخپوستان آمريكايي به يك سيصدم رسيده و در ايران يك پانصدم است.

سامان در خصوص نحوه درمان اين نوزادان گفت: جراحي‌هاي ترميمي ممكن است از سه تا 12 جراحي براي هر فرد باشد كه به طور متوسط هر بيمار بايد تحت پنج يا شش جراحي قرار بگيرد كه هزينه آنها در آمريكا حدود 40 تا 50 هزار دلار و در ساير كشورها - بدون هزينه‌هاي بيمارستاني - 300 دلار است و انجام كامل جراحي‌ها بالغ بر يكهزار تا هزار و 500 دلار هزينه دربر دارد كه البته در سفرهاي خارجي موسسه تمامي جراحي‌ها انجام نمي‌شود.

وي در خصوص مراحل مختلف جراحي‌هاي اين بيماران اظهار كرد: مراحل مختلف جراحي شامل جراحي مجاري شنوايي و تغيير آن از حالت افقي به عمومي، جراحي مجاري تنفسي و خروج لوزه‌ها، جراحي بستن سقف دهان به كمك اين وسيله ابداعي يا پيوند استخوان از ساير قسمت‌هاي بدن نوزاد، جراحي لب و بسته شدن آن، جراحي بيني و زيبايي و در نهايت رسيدگي به دندان‌ها و ارتودنسي در دو مرحله ( كوچك شدن فك بالا در سنين 4 تا 5 سالگي و صاف شدن دندان‌ها در سنين 14 تا 15 سالگي ) مي‌باشد اما ذكر اين نكته ضروري است كه درمان اين بيماران هر چه زودتر انجام شود، تعداد جراحي‌ها، كمتر و نتايج سودمندتري حاصل مي‌شود.

اعتباري كه تحصيلات كارشناسي خود را در رشته علوم مغز و اعصاب در دانشگاه دالاس گذرانده و اخيرا با ارائه مقاله‌اي رتبه سوم بيست و پنجمين دوره كنفرانس آكادمي دندانپزشكي آمريكا را كسب كرده است، درباره تحقيقات خود در اين زمينه خاطر نشان كرد: كسب جايزه سوم اين كنفرانس مربوط به ارائه مقاله‌اي با عنوان « كاربرد وسيله قالب‌گيري لثه قبل از جراحي در درمان نوزادان مبتلا به لب شكري و شكاف سقف دهان» بود كه با هدف آشنايي پزشكان و دندانپزشكان با جديدترين متد و وسايل ارتوپدي براي نزديك سازي استخوان‌هاي سق دهان پيش از عمل جراحي ترميمي شكاف سق در بيست و پنجمين دوره كنفرانس آكادمي دندانپزشكي آمريكا ارائه شد.

وي تصريح كرد: طي 10 سال گذشته ابزاري جهت نزديك كردن استخوان‌هاي سقف دهان و قابل استفاده در دوران تولد نوزاد تا سه ماهگي ساخته شده كه در صورت آگاهي پزشك جراح از وجود اين وسيله ارتوپدي مي‌توان نوزاد را به دندانپزشك معرفي كرد و از اين وسيله در اروپا بيشتر استفاده مي‌شود و بهره‌مندي از آن در نوزادان امكان بهبود را سريعتر و جراحي‌هاي كمتري را مي‌طلبد.

وي در تشريح نحوه استفاده از اين وسيله گفت: اين وسيله پلاستيكي در دو طرف سقف دهان قرار گرفته و ميله‌اي از دهان خارج و وارد بيني مي‌شود كه به صاف نگهداشتن استخوان ستون بيني براي مواجهه كمتر با مشكلات زيبايي مي‌انجامد.

دانشجويان ايراني پايه‌گذار موسسه «Chance To Smile» در پايان با ابراز علاقمندي شديد به برقراري ارتباط با پزشكان و دندانپزشكان ايراني و كمك به بهبود مبتلايان به عارضه لب شكري در كشور تاكيد كردند كه طرح ارائه خدمات به بيماران ايراني و افزايش دوره‌هاي سفر ــ به دليل مسافت طولاني ايران و آمريكا ــ و نيز ارائه اطلاعات وب سايت به زبان فارسي را در ميزگرد ماه جاري موسسه مطرح كرده و تلاش خواهند كرد امكانات اين امر را تا سال آينده فراهم كنند.



Operon

Monday, July 30, 2007

CRISTOFORO COLOMBO LOMBARDO?



UNA TESI DI LAUREA ALL'UNIVERSITÀ DI PAVIA SCIOGLIE L'ENIGMA? - TEST SULLA SALIVA DI POTENZIALI DISCENDENTI DI ORIGINE PIEMONTESE, LIGURE E LOMBARDA

L'ammiraglio Cristoforo Colombo, scopritore del nuovo mondo, non cessa di offrire spunti di interesse alla ricerca mondiale.

Per anni studiosi italiani e spagnoli ma non solo, hanno rivolto i propri studi alle origini del navigatore. Genovese o spagnolo? I suoi genitori furono veramente il tessitore Domenico e Susanna Fontanarossa?

A Pavia, una giovane ricercatrice, Natalia Lugli, 23 anni, sembra abbia sciolto l'enigma: Cristoforo Colombo sarebbe italiano e lombardo. Il suo lavoro, serio, basato su oltre 100 analisi del Dna tratto dalla saliva di altrettanti uomini - piemontesi, liguri e lombardi - con cognome, appunto, Colombo, avrebbe dimostrato che il grande navigatore era lombardo in quanto lombarda è l'origine del suo cognome. Un lavoro apparentemente fin troppo facile: basta aprire l'elenco del telefono di Milano e al nome Colombo ci sono quattro pagine di abbonati. E chi non ricorda la famosa commedia di Giuseppe Adami, 'Felicita Colombo', ricca e intraprendente salumiera milanese, interpretata da Dina Galli e poi da Valeria Valeri.

Ma la vicenda è seria e scientifica - afferma Francesco Brancati giornalista Ansa di formazione scientifica: nasce dalla volontà del professor José Antonio Lorente Acosta, Direttore del Laboratorio di Identificazione Genetica della Facoltà di Medicina dell'Università di Granada, di dimostrare, col suo 'Projecto Colon', prima che i resti conservati a Siviglia sono effettivamente di Cristoforo Colombo, poi che Colombo era spagnolo. Alla prima dimostrazione, fatta confrontando il Dna con quello dei resti del figlio e del fratello, ha collaborato anche il professor Carlo Alberto Redi del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Pavia nonché Direttore Scientifico del Policlinico 'S. Matteo' e Accademico dei Lincei, perché proprio a Pavia esiste un frammento di osso che un certificato notarile dell'epoca attribuisce al navigatore.

Proprio in occasione di questa collaborazione scrive Brancati - il professor Redi inviò una sua allieva, Natalia Lugli dal collega Lorente, con il quale si stabilì che entrambi avrebbero fatto ricerche per stabilire anche l'origine del cognome Colombo nell'Italia settentrionale, nella Francia meridionale e in Spagna.

"Ecco - afferma oggi Redi - la parte di ricerche italiane sta tutta nella tesi di laurea di Natalia Lugli, di cui io sono relatore e alla quale ha collaborato, in qualità di correlatore, anche il colonnello Luciano Garofano, Comandante dei Carabinieri del Ris di Parma. Perché questo tipo di 'analisi delle tracce' è molto utilizzato nella medicina forense, la specialità del Ris". Natalia Lugli, con la supervisione di questi due superesperti in biologia molecolare, ha raccolto e analizzato la saliva di oltre un centinaio di 'Colombo' di sesso maschile, piemontesi, lombardi e liguri.

Ha esaminato il cromosoma Y (che viene ereditato in via paterna) e anche il Dna mitocondriale (ereditato solo dalla madre) e, cercato in essi delle sequenze che permettono di tracciare una 'patri-linearita'. Dall'esame dei risultati - illustrati proprio ieri all'esame di laurea - ha potuto dimostrare scientificamente che il cognome 'Colombo' è fondamentalmente di derivazione lombarda, e si sarebbe poi trasferito in Spagna, passando attraverso la Francia. "Ma il problema - osserva Redi - non è risolto del tutto.

Questi risultati, infatti, verranno ora inviati in Spagna da Lorente, che nell'ultima fase del 'Projecto Colon', li confronterà con quelli di analoghe ricerche eseguite nella Francia meridionale e in Spagna, con la collaborazione di diversi laboratori di biologia molecolare, in Germania e in America. E con tutto questo - conclude il professore - credo che alla fine l'ultima parola debba spettare agli storici. Noi possiamo dare un quadro di expertise scientifica, ma spetta a loro indicare quello che c'era nelle bare esaminate".

Sisto Capra, giornalista della "Provincia pavese" segue un altro percorso. " “Cristoforo Colombo, lo scopritore dell’America, non nacque da un oscuro operaio della lana di Genova, come si è sempre sostenuto in Italia, o da un principe di Granada, come si dice in Spagna, ma fu figlio naturale di papa Innocenzo VIII e di una nobildonna. E i suoi destini sono strettamente intrecciati con Pavia. Egli avrebbe studiato alla Certosa tra i 12 e i 14 anni di età, cioè tra il 1458 e il 1461. La verità è racchiusa nella teca conservata nella Biblioteca Universitaria dell’ateneo di Pavia”. Così scriveva il prof. Roberto Biagioli al Rettore dell'Università di Pavia, invitandolo a far eseguire indagini genetiche sui frammenti conservati a Pavia.

Non è la prima volta che il caso del "Colombo pavese" viene portato all’attenzione del pubblico. Il primo a sostenere tale proposta è stato – da oltre dodici anni fa – lo studioso e giornalista romano Ruggero Marino, autore del libro “Cristoforo Colombo e il Papa tradito” (ed. RTM, 1991 e 1997) e di diversi articoli sulle vicende connesse alla “scoperta” dell’America; Marino ha svolto un interessante intervento al Simposio internazionale di San Marino sulle origini dell’uomo, ed ha invitato nuovamente alcuni ricercatori pavesi a stimolare l’Università perché dia luogo alle analisi del Dna delle ceneri di Colombo. Qualche anno fa, anche l’attore e drammaturgo pavese Francesco Di Maggio si era fatto portavoce delle sollecitazioni di Marino ed aveva invitato l’Università di Pavia e Carlo Alberto Redi a sottoporre le ceneri conservate nella Biblioteca all’esame del Dna.

I ricercatori chiedono di confrontare il Dna dei resti ossei custoditi nella teca con il materiale biologico di un vivente della famiglia nobiliare genovese Cybo, quella di Giovanni Battista Cybo, cardinale di Genova poi diventato papa col nome di Innocenzo VIII. Ve ne sono alcuni che vivono a Milano, Novara e Roma e che sarebbero pronti ad offrirsi per un’analisi in grado di gettare una nuova luce sulla scoperta dell’America. Nel caso fosse provata la consanguineità genetica, seppure remota, tra le ceneri di Colombo e il materiale biologico di un successore di Innocenzo VIII, si avrebbe l’evidenza di una traccia di parentela.
Secondo Capra, il grande Cristoforo, a differenza del fratello, non avesse natali plebei, ma di altissimo lignaggio nobiliare. E riferisce un’affermazione fatta da Papa Pio IX nel 1851, il quale disse: “Quando saranno noti quei documenti che riguardano parte del Nuovo Mondo scoperto da Cristoforo Colombo, apparirà con la più grande certezza che lo stesso Colombo intraprese il suo eccellente piano per l’impulso e con l’aiuto di questa Sede apostolica, e soprattutto con grande appoggio del clero”.

La direttrice della Biblioteca Universitaria, Anna Maria Campanini Stella, in un'intervista alla Provincia pavese, sollecita l’Università di Granada a dire ciò che sa sull’origine dello scopritore dell’America.
«Non so dove Colombo sia nato, ma sicuramente è italiano. Un grande italiano, dal cui il presente avrebbe molto da imparare. Così come un grande papa fu papa Cybo (Innocenzo VIII) che è massacrato dalla storia. Se collochiamo Colombo in Spagna e lo accettiamo come una specie di "vu cumprà" non lo capiremo mai. Se invece lo riportiamo in Italia, nell’ambito del Rinascimento e in un’operazione che fa capo alla Chiesa di Roma, Colombo si può decifrare molto più facilmente».

Fonte: http://www.marenostrum.tv

Friday, July 27, 2007

Sicko



Michael Moore
colpisce ancora. Questa volta il suo bersaglio è il sistema sanitario statunitense che costringe migliaia e migliaia di persone a morte certa perché prive di un'assicurazione. Ma questo argomento non è che il prologo di Sicko perché in un breve arco di tempo l'attenzione si concentra su quelli che invece una copertura assicurativa ce l'hanno ma scoprono che le grandi e piccole società del settore escogitano qualsiasi strategia per evitare di pagare il dovuto.
Moore conosce alla perfezione i meccanismi della denuncia e quando ci mostra persone rispedite a casa (con taxi pagato però) senza alcuna cura perchè non in grado di sostenere le spese di ricovero o un uomo che, essendosi tranciato falangi di due dita lavorando, ha dovuto scegliere quali farsi riattaccare e quali non sulla base del prezzo, colpisce il bersaglio. La situazione americana in materia ha superato il limite del sopportabile e l'accusa è precisa e circostanziata. Moore però mostra, ancora più che nei film precedenti, i suoi punti deboli. Non ama il contraddittorio se non per metterlo in ridicolo e in questa occasione ha deciso di escluderlo totalmente. Nessun dirigente delle Società di assicurazione compare nel documentario. Ciò che poi più colpisce è l'immagine da Alice nel Paese delle Meraviglie che ci propone delle società canadese, inglese e, in particolare, francese. In quei mondi tutto sembra essere perfetto e idilliaco in materia di assistenza medica. Sappiamo bene che non è così ma Moore non sa resistere alla tentazione di idealizzare rischiando così in realtà di indebolire un j'accuse assolutamente fondato.
Quando fa scorrere sullo schermo con la grafica di Star Wars l'elenco delle malattie escluse da copertura assicurativa si ride ma lo si fa con l'amaro in bocca. Quando poi ci mostra i volontari che l'11 settembre 2001 si precipitarono a Ground Zero per aiutare nei soccorsi riportando malattie croniche che nessuno si preoccupa di aiutarli a curare non si ride più. Si pensa solo al cinismo e alla retorica della dirigenza di una grande nazione che 'usa' i propri veri eroi. Moore risponde a tutto ciò con il grottesco che gli è proprio. Subissato come tutti i suoi compatrioti da informazioni tranquillizzanti sul trattamento (anche dal punto di vista medico) dei detenuti di Guantanamo decide di portare i suoi volontari malati nella base americana per garantire loro le cure che l'Amministrazione Bush dichiara di prestare ai membri di Al Qaeda arrestati. Ovviamente non riesce nell'impresa e li fa curare dai medici di Cuba nelle cui farmacie un medicinale che negli States costa 120 dollari può essere acquistato per 50 centesimi. Questo lo ha fatto mettere sotto inchiesta per espatrio illegale e altre violazioni dell'embargo nei confronti di Cuba. È il tipo di clamore che il regista cercava? Forse sì. Forse no. Nonostante le esagerazioni di cui sopra resta però nello spettatore la sensazione che Moore creda profondamente alla frase di Tocqueville che inserisce nei titoli di coda: “La grandezza di un Paese si misura sulla sua capacità di porre rimedio ai propri errori".

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Operon

Thursday, July 26, 2007

Laser a cascata quantica



دكتر منيژه رازقي، محقق و سرپرست تيم تحقيقاتي دانشگاه «نورت وسترن» موفق به ساخت قوي ترين ليزر نيمه رسانا در جهان موسوم به ليزر كوانتوم آبشاري(Quantum Cascade Laser) شده است كه به لحاظ قدرت و كارايي ركورد ليزرهاي قبلي را شكسته است.

Prof.ssa Manijeh Razeghi, ricercatrice iraniana è riusciata a realizzare il laser semiconduttore più potente del mondo.
lei finora ha brevettato almeno 50 invezioni con il suo nome ed è autrice di 5 libri nel campo di fisica.

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